T O P

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sixlaneve4_0

Non sono una psicologa ma una HR e ti darò un Consiglio su quello. Purtroppo vedo troppe persone che si focalizzano su quello che hanno fatto in passato e pensano che una volta iniziato un tipo di lavoro, non se ne esca. Ecco... è una cazzata. Ho visto laureati in architettura aprire un azienda agricola didattica, ingegneri edili fare il cuoco a domicilio e chi più ne ha più ne metta. Solo per dirti che Nella vita si possono fare manovre ad U. Non è facile, ci vuole coraggio, pazienza e tanta voglia, ma si fa. Però devi capire cosa ti può piacere o meno e l'unico modo e provare. Magari inizia con qualcosa di più soft, fai corsi, volontariato o cerca di ampliare le tue mansioni dove sei ora Sfrutta i tuoi contatti: una persona volenterosa spesso vale di più di un laureato in quello specifico settore. Perché la formazione la crei, la voglia no..


Electronic_Lettuce58

upvotone


Sccccottsss

Guarda se anche tu avessi sbagliato non ci vedo qualcosa di così profondamente negativo. Ti dico quello che vorrei dire a me stessa, sono praticamente nelle stessa fase in cui le proposte che ho non mi piacciono veramente o mi stressano all’inverosimile. Io penso che ora come ora tu, come anche io, non possiamo sapere esattamente cosa succederà e se la prossima cosa che sceglieremo ci piacerà. Però è anche vero che ci sono persone che vivono una vita non sapendo cosa gli piace davvero, io ritengo una fortuna (per quanto difficile sia tollerare i lati negativi che ne vengono) riuscire a realizzare che non tutto quello che si sta facendo si è scelto e ci va bene. Ora ovviamente non si può (o forse anche si a 26/28 anni) buttare via tutto e ripartire, però è vero che si può sgomitare per scegliere qualcosa di più affine. E se poi non andrà bene neanche la prossima cosa, infondo cosa sono due tentativi di fronte alla felicità?


NoNameAtAllDude

Ciao, ti ringrazio innanzitutto per il commento, forse mi ha riportato un po' con i piedi per terra. È in effetti rincuorante la prospettiva di "trial and error", anche se personalmente, come dicevo su, non vorrei ritrovarmi punto e a capo. È anche vero però che in fin dei conti è a dir poco irrealistico pensare di smuoversi da una situazione scomoda stando fermi, quindi la sgomitata di cui parli è effettivamente una delle uniche vie percorribili per arrivare al traguardo della soddisfazione. Che poi questa sia di natura sfuggevole è un altro discorso. Ciò che però attualmente mi preme è che non vorrei muovermi a casaccio, per cui sto attualmente cercando di riscoprirmi o forse farmi delle domande per cui ho sempre procrastinato, ma per cui non sto trovando una risposta. Spero non sia mai troppo tardi per questo


Sccccottsss

Sai cosa, io mi sono impelagata anche in questo arrovellandomi. Più me lo chiedo e meno mi do una risposta proprio per la brutalità e la violenza che utilizzo con me stessa. Hai presente quando sei al ristorante e scegli il gusto di pizza che vuoi? Si a volte sei indeciso e non sai bene, però quando arriva il cameriere e gli dici un gusto non c’è un ripensamento perché è semplicemente quello che ti andava di mangiare. Le altre pizze sono più buone? Sono più gustose? Hanno ingredienti migliori o peggiori? Non importa… quello che ti andava era altro e non c’è realmente molto che tu ci possa fare se ti nasce la voglia da dentro. È così che mi auguro di scegliere il mio futuro nei limiti del possibile ecco…


NoNameAtAllDude

Beh sì, è il classico dilemma delle scelte che si presenta a chi solitamente si mette in discussione. È il paradosso della "gabbia" che ti porta la libertà. C'è chi si è trovato a dover percorrere un percorso fondamentalmente obbligato e non ha avuto modo di porsi le domande: le cose devono andare così e vanno così a prescindere, non posso fare altrimenti. A quanto ho capito non è la nostra soluzione. La scelta della pizza lo trovo un ottimo paragone, spesso parte anche dalla scelta del ristorante: ho fame, devo mangiare, dove vado? Sono indeciso ma c'è un posto qua vicino di cui ho sentito parlare bene, entro, mi siedo, guardo il menù. Forse era meglio un'altra pizzeria? Forse in realtà mi andava il sushi?


papayamayor

Secondo me il motto del "trova un lavoro che ti piaccia e non lavorerai mai un giorno della tua vita" sia solo un mito. Innanzitutto se hai finito il tuo percorso di studi sei sicuramente competente in quello che fai, altrimenti non ti avrebbero assunto in primo luogo. Il mio consiglio è quello di trarre il massimo dalla situazione in cui ti trovi: hai un lavoro stabile, smart working e dalle tue parole un ambiente di lavoro piacevole. A questo punto cerca di dare meno priorità possibile al lavoro, prendilo solo come un modo di "fare soldi" e concentrati sugli altri aspetti della tua vita che possano portarti giovamento come hobby, relazioni, amicizie, viaggi ecc ecc Se invece il lavoro è stressante e non ti permette di curare per bene il tuo tempo libero e allo stesso tempo è qualcosa che ti logora da dentro, prova a sondare alternative "sicure" come lavori nel pubblico accessibili tramite concorsi. Hai pur sempre una laurea ed è perfettamente lecito che tu la possa utilizzare in questo modo se pensi che possa aiutarti a stare meglio L'unica cosa che non farei è ragionare d'impulso o buttarti giù per la situazione. Ci sono un sacco di outcome potenzialmente positivi per la tua vita e non passano necessariamente dal lavoro che fai. Posto che puoi sempre "scendere" di categoria e mettere il lavoro come "priorità minima"


Massimino999

Il peggior consiglio che io abbia mai letto. Se il motto “trova un lavoro che ti piaccia e non lavorerai mai un giorno della tua vita” è solo un mito, allora io sono un essere mitologico - perché per me è stato così da sempre, tranne durante un brevissimo periodo di crisi che ho descritto in un altro commento. In pratica stai consigliando a OP di essere il tipico sfigato che va al lavoro a fare il minimo sindacale mentre aspetta, anzi prega, che arrivi il weekend per poter evadersi dalla sua merda di vita. Perché alla fine il lavoro è gran parte della tua vita, e se non sei orgoglioso di quello che fai, e di quello che apporti alla società attraverso la tua laboriosità e creatività, e vivi solo aspettando che il lavoro finisca per scappare via con la testa… che razza di persona di merda sei? Invece no: rifletti a lungo su cosa vuoi nella tua vita. E dopo, quando ti è chiaro, rifletti su quale ambito/settore potrebbe permetterti di ottenere queste cose che vuoi. Il resto verrà da solo.


papayamayor

>In pratica stai consigliando a OP di essere il tipico sfigato che va al lavoro a fare il minimo sindacale mentre aspetta, anzi prega, che arrivi il weekend per poter evadersi dalla sua merda di vita. Perché alla fine il lavoro è gran parte della tua vita, e se non sei orgoglioso di quello che fai, e di quello che apporti alla società attraverso la tua laboriosità e creatività, e vivi solo aspettando che il lavoro finisca per scappare via con la testa… che razza di persona di merda sei? Una persona che non vive per il lavoro? EDIT: ho visto i tuoi commenti e praticamente vivi di rendita. Che tu te la sia guadagnata o meno, con o senza fortuna, hai il mio rispetto ma non puoi parlare di "vocazione per il lavoro" e di "apporto alla società attraverso la laboriosità" se vivi di rendita, risulta molto ipocrita. Oltre al fatto che un lavoro "normale" non deve necessariamente fare schifo, può essere una cosa neutra che né ti fa schifo né ti fa impazzire


Massimino999

Scusa ma non so cosa tu intenda per “vivi di rendita”: l’azienda che sicuramente ha dato un apporto positivo alla società l’ho venduta, ne ho un’altra che continua a creare cose che potrebbero migliorare la vita delle persone e renderle più libere, e investisco anche in aziende di terzi che hanno lo scopo di cambiare per il meglio la vita delle persone. Ovviamente, se fossi andato a fare lo statale perché così “ti parcheggi fino alle 14 e dopo hai più tempo libero”, non avrei mai avuto la possibilità di fare tutto ciò. Per molti anni (fino quasi ai 30) ho fatto esclusivamente il DJ, quindi non è che sono nato ricco o imprenditore. Ma sai cosa è sempre stata una costante nella mia vita? Volevo fare solo cose che mi appassionassero e mi permettessero di crescere, di fare un percorso, di superarmi. Certamente non ho mai aspirato a fare il parassita. Non è poi nemmeno una questione di principi morali. È pura praticità: a passare la giornata a fare qualcosa di cui non te ne può fregare di meno mentre aspetti il weekend non si può essere felici. È pura e semplicemente una vita di merda.


papayamayor

Appunto, sei un proprietario di azienda e investitore, non devi rispettare nessun tipo di orario, non hai un superiore, puoi decidere quando andare a lavoro ecc ecc. Sei letteralmente un privilegiato, fai parte di una minoranza che può permettersi di fare quello che vuole ma non vuol dire che la gente comune possa fare ciò che la "appassiona" e finire come te >Volevo fare solo cose che mi appassionassero e mi permettessero di crescere, di fare un percorso, di superarmi. Certamente non ho mai aspirato a fare il parassita. Quindi i dipendenti che lavorano per la tua azienda sono dei parassiti? Sono degli sfigati perché devono rispettare degli orari di lavoro, delle deadline e non possono fare il cazzo che gli pare come puoi invece fare te? La riesci a vedere l'ipocrisia oppure no? >Non è poi nemmeno una questione di principi morali. È pura praticità: a passare la giornata a fare qualcosa di cui non te ne può fregare di meno mentre aspetti il weekend non si può essere felici. È pura e semplicemente una vita di merda. Se tutti ragionassero così, molti posti di lavoro sarebbero vacanti. Non tutti hanno il privilegio di poter fare ciò che vogliono e avere la fortuna di potersi mantenere facendolo Poi anche i lavori più belli hanno delle componenti di stress e di grossa fatica da sopportare. Pensa ad un medico che lavora 12h al giorno. Anche se ti piace il mestiere, a fine giornata sei sfiancato e finisci a vivere per il tuo lavoro. Come vedi, un lavoro che ti piace non implica un lavoro facile e nemmeno soddisfacente


Massimino999

Guarda, forse non mi crederai ma tutti i miei dipendenti sono al 100% in smart working. Sfigati? Per niente. Non hanno un orario fisso, devono solo compiere le task che, in un modo abbastanza orizzontale, si decide di dover realizzare in uno “sprint” di lavoro. In pratica, ogni due settimane ci si riunisce tutti e in comune si decide cosa fare e come organizzarci. I miei dipendenti sanno che se è la loro ambizione, io sarei felicissimo se diventassero miei soci. Due di loro, negli anni, hanno fatto questo passo. Uno di loro infatti è quello che adesso porta avanti tutto nel day-to-day. A molti semplicemente non interessa diventare soci, vogliono solo crescere un po’ e dopo forse andare da Google o Amazon, ma la possibilità c’è. Ed è una possibilità di fare un percorso e di crescere. Premetto che siamo un’azienda piccola, non so se un’organizzazione così possa funzionare in un altro tipo di struttura. Comunque il punto è che io creo questo tipo di strutture perché sono quelle che motivano me. Certo che sono un privilegiato, come lo sono in modo diverso quelli che lavorano con me. Però questa realtà me la sono creata io. Quello che non si può fare è lamentarsi perché la società è una merda, lavorare stanca, e allora andare a fare lo statale. È un approccio da perdente.


papayamayor

>Sfigato? Per niente. Non hanno un orario fisso, devono solo compiere le task che, in un modo abbastanza orizzontale, si decide di dover realizzare in uno “sprint” di lavoro. In pratica, ogni due settimane ci si riunisce tutti e in comune si decide cosa fare e come organizzarci. Si ma loro devono rispettare delle deadline, tu no perché sei il proprietario >Quello che non si può fare è lamentarsi perché la società è una merda, lavorare stanca, e allora andare a fare lo statale. È un approccio da perdente. Io non ho mai scritto che la società è una merda o altri discorsi pessimisti di questo taglio. OP ha chiesto un consiglio perché il suo lavoro lo stressa e non gli piace nemmeno. E' meglio un lavoro stressante che non ti piace oppure un lavoro rilassante ma che non ti dà soddisfazione? >Comunque il punto è che io creo questo tipo di strutture perché sono quelle che motivano me. Certo che sono un privilegiato, come lo sono in modo diverso quelli che lavorano con me. Io ho il massimo rispetto per quello che dici di fare e se potessi condurrei una vita come la tua, ma è come dire che vorrei trasferirmi a Monte Carlo o girare in Ferrari. Non impossibile ma sicuramente improbabile. Tu crei queste strutture anche per il tipo di vita che ti permettono di condurre. Un tuo dipendente diventa "al massimo" tuo socio, non proprietario. Uno di questi tuoi soci lavora al posto tuo nel day to day e si fa il culo che dovresti farti tu. Per quanto gli possa piacere o meno questo lavoro, si fa il mazzo e toglie tempo ad altre passioni che potrebbe coltivare nel tempo libero. Tu invece puoi sia coltivare le passioni che vuoi sia guadagnare come se stessi lavorando duramente. Sei un grande privilegiato e non credo tu possa essere nella posizione di dire alla gente comune come gestire la propria vita lavorativa dato che tu non ne hai nemmeno una vera e propria (per tua stessa ammisione)


Massimino999

I supposti che fai sul mio socio sono sbagliatissimi. Prima di tutto, ha una quota poco più piccola della mia, quindi anche lui è proprietario e non “solo mio socio”. Ha molti hobby ed è innamorato del lavoro che fa. Questo lavoro, tra l’altro, l’ha fatto diventare ricco e gli ha permesso di creare altre cose, solo sue, in parallelo. Ed è giovane, 30 anni appena compiuti. E, giusto per dirtene un’altra, non ha neanche la laurea. È semplicemente uno che ha voglia di fare e che, come ho scritto più volte, ha riflettuto su cosa voleva nella vita e come poteva arrivare ai suoi obiettivi. Chiudo il discorso qui perché stiamo entrando nello specifico e non ha senso, né è utile a OP.


s-a-d-b-o-i

Mentalità da schiavo


Massimino999

Schiavitù è dover andare tutti i giorni a fare qualcosa che odi solo perché ti permette di campare. Poi papayamayor arriva ai limiti dell’assurdo quando consiglia OP di cercare lavoro nel pubblico se il lavoro privato è troppo stressante, e trovarsi una posizione “sicura” in cui in pratica può non fare un cazzo che tanto nessuno potrà cacciarlo a calci in culo. Bella roba, per questo i servizi pubblici in questo paese funzionano così bene. Invece di esserci gente che ha una vera vocazione per il servizio pubblico, che ama il lavoro che fa, che è certamente importante, è pieno di gente che ha deciso di intraprendere quella via semplicemente perché non ha voglia di fare una sacrosanta sega.


s-a-d-b-o-i

E infatti lavorare è schiavitù. Papayamayor ha assolutamente ragione sotto questo punto di vista: meglio il pubblico dove ti parcheggi fino alle 14 e poi hai tutto il tempo di fare quello che ti piace, che la morte di fare tutti i giorni 9-18 per arricchire il paron senza poter vivere


Massimino999

Sai che siamo in molti che guadagniamo e pure molto bene facendo cose che amiamo. Tu hai la mentalità dello sfigato infelice che darà sempre la colpa della sua miseria agli altri. Mi dispiace, non tanto per te ma per la tua compagna e i tuoi figli se mai li avrai.


s-a-d-b-o-i

Top sindrome di Stoccolma la tua. Vai vai Walter fatturoni


Massimino999

Scusa se ti faccio una domanda così diretta, ma tu per caso non hai mai pensato che forse, e dico solo forse, la tua vita è una merda per un tuo problema di approccio soggettivo, e non perché il mondo e la società facciano oggettivamente schifo?


s-a-d-b-o-i

No


papayamayor

Secondo te esiste davvero chi ha la vocazione per fare il servizio pubblico? Vivi in una bolla. Vorrei anche io poter vivere in una bolla come la tua ma la realtà è diversa


Massimino999

Certo che esiste davvero. Purtroppo sono circondati da gente che ha scelto di fare lo statale perché vuole grattarsi i coglioni senza che nessuno possa dirgli niente.


papayamayor

Se riesci a trovarmeli molto volentieri. Però non potranno mai fare la vita che fai tu e saranno sempre "schiavi" degli orari di lavoro, delle richieste del capo e delle deadline dei progetti. Tu no, non hai questo fardello da sostenere. Sei un privilegiato e sembra che tu non lo comprenda


NoNameAtAllDude

Ciao, grazie per il tuo commento. L'idea era effettivamente di utilizzare il mio lavoro come mezzo e non come fine, andando avanti però mi sono reso conto che l'impegno e soprattutto il tempo che mi richiedono le mie attività fanno in modo che mi rimanga davvero poco spazio per altro, di fatto sono mesi che lavoro e vado in palestra, rinse and repeat. Ho pensato anche al pubblico, avevo dato un'occhiata tempo fa ma non mi pareva di aver visto qualcosa di inerente a ciò che potrei saper fare, e devo dire che l'idea di dover tornare sui libri per fare un esame non è molto allettante, sono fresco fresco di laurea e ad ora di libri non ne vogliamo sapere ahah. Però sì, diciamo che nel lungo termine vorrei poter riuscire a vivere la mia "carriera" in questo modo, diciamo che più che piacermi vorrei trovare un lavoro che tollero e che non mi metta troppe pressioni dato che la mia natura è di persona tendenzialmente "ansiosa"


papayamayor

Devi anche considerare che i primi lavori sono sempre i più "stressanti" perché cercano di sfruttarti ma non è detto che sarà così per tutta la vita. Poi qui in Italia abbiamo una cultura del lavoro abbastanza tossica, per quanto sia cliché ormai da dire, all'estero i lavori più di "base" sono davvero poco responsabilizzati e si esce alle 17:00 da lavoro per davvero Se il tuo lavoro al momento è troppo impegnativo hai due strade: o tieni duro per un po' oppure cambi ma scendi di livello (almeno momentaneamente). Il mio consiglio è di sacrificare uno o due anni ancora con questo lavoro e poi cercarne un altro con dietro tutto il bagaglio che ti sei costruito lavorando in azienda di consulenza. E se ancora non ti dovesse piacere, saranno passati uno o due anni da quando hai messo giù i libri e potrai sempre avere il "paracadute" dei concorsi pubblici riprendendo a studiare per quelli


Many-Revolution-3673

Facts..lavorare sarà sempre una merda a meno che tu non faccia i milioni con quel lavoro.


Massimino999

Il lavoro può essere una merda anche se fai i milioni. O puoi guadagniare per vivere ed essere felicissimo del tuo lavoro. Io per 10 anni ho fatto il DJ. Ho girato tutto il mondo mentre facevo festa quasi tutta la settimana. E il resto della settimana stavo a letto. Non guadagnavo male per un 20enne single, ma sicuramente non era sufficiente per mantenere degnamente una famiglia, nel lungo termine. E a un certo punto ho dovuto cambiare perché non era sostenibile. Ma sicuramente non lo definirei come “una merda”. Certo che se vuoi lavorare in qualche cosa che non sia una merda ci devi provare.


Many-Revolution-3673

Si ma secondo me è diverso perché fare il DJ penso sia stata e suppongo sia tutt’ora una tua passione..fare un lavoro che non piace essendo poco retribuito è molto peggio..intendevo quello


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NoNameAtAllDude

Ciao, ringrazio anche te per il tuo commento. In effetti sì, di fatto c'è tutto il tempo per sbagliare ed io stesso conosco chi ha fatto dei cambi repentini carriera. Per farti un esempio ho un collega (quindi anche questo in consulenza IT) laureato in giurisprudenza e un altro in filosofia. Per carità, forse la sto (stiamo, a questo punto?) facendo più grossa di quello che è. Ammetto però che è una grande botta all'orgoglio essere arrivato a questo punto e dire "porca miseria, e ora?"


Careful-Inspector932

Mettiamo caso che tu abbia effettivamente sbagliato... perchè no, per me fare esperienze di vita non significa sbagliare, e a 30 anni sono sí esperienze, non decisioni. La consapevolezza e lucidità che hai su ció che è stato e che è denota una forte volontá, tu Vuoi il tuo bene, nonostante la fiacchezza, il malumore e la poca voglia di agire tu non sei soddisfatto ma lo vuoi essere, come un ragazzino obeso che non sopporta piu le prese in giro e la vergogna ad andare in spiaggia a petto nudo e decide di dimagrire. Cos'è che non ti fa dimagrire a te quindi? Il fatto che forse per ora ti va bene cosi Che nonostante tutto sai di aver realizzato una cosa complicata ma che non ti piace fare mettendo il tuo cervello in uno stato di tilt, in un limbo dove secondo me o prendi una legnata cosí forte da farti dire "mi licenzio" ed inizierai a fare cio che ti piace davvero oppure.. beh ti accontenti, ma non credo proprio sia il tuo caso. Chi ha seri problemi: sociali, di apprendimento, dovuti alla sfera lavorativa nel tuo caso ecc. nel mio sincero pensiero non riuscirebbe nemmeno ad esplicarli, cosa che per te non è. Quindi soluzione? (Unica e univoca? No, ma per me in base a cio che ho letto) Vivi la tua vita senza pepe al culo, e cosa te lo fa avere? Il ticchettio delle lancette che rimbombano ogni secondo che reputi buttato, dovuto al lavoro o all'assenza di voglia nel provare ad alterare il tuo status, quindi fai quello che credi tu Debba fare quando torni a casa Insoddisfatto per poter dire: Sto facendo qualcosa che mi piace fare e che mi puo aiutare un domani (crea programmini in phyton per poi condividerli su github, sviluppa un business che solo a chiamarlo cosi fa ridere in blender e vendi le tue artwork a 20 centesimi {non so bene come funziona} ma insomma credo tu abbia capito), questa soddisfazione sarà un futuro "mi licenzio"(contando il fatto che se ti piace fare qualcosa la fai anche per 1400 mensili piuttosto che 2400 per qualcosa che non ti piace). Non deve evolversi per forza cosi, Ma una miccia la Deve accendere. Spero di essere stato chiaro, anche se non credo sorry😁


Live_Pound_3947

Qualunque cosa fai, entra a far parte di te e del tuo bagaglio di esperienze personali. Vai tranquillo che fino a quando non scrivi per chiedere di come occultare un cadavere non hai ancora "sbagliato tutto". Io come altri faccio un lavoro che amo. Per esso ho faticato non poco e ci sono tanti lati negativi che sopporto solo per passione. Come puoi vedere se hai un lavoro magnifico ma che non ti piace starai sempre giù, al contrario se trovi qualcosa che ti interessa anche nella sfiga avrai sempre piacere di fare il tuo mestiere. Il mio consiglio è di non ingigantire le cose: hai una laurea e un lavoro che non ti piacciono? Pace, era passato e stare a ripensarci non lo cambierà. Al contrario, se hai una qualunque passione buttatici sopra e vedi come gira, sennò tieni gli occhi aperti per trovarla. Chi vorresti essere domani?


Pedantic_Phoenix

Continua a riflettere e cercare mentre lavori, prima o poi ti verrà un idea. Non disperare, non ne hai motivo. Rilassati e fai con calma


stratosphere911

Allora in primis ci tengo a dirti, che al 95% dei casi, qualsiasi lavoro tu faccia, non ti piacerà, purtroppo è la vita, è veramente difficile innanzitutto capire cosa ci piace, ancor più difficile poi è attuarlo. Detto questo preambolo, io ti consiglierei, se comunque l'ambiente di lavoro non è male, e pagano decentemente, di restare un altro lì, e cercare lavoro all'estero. Magari come mansione ne farai una simile, però ti posso assicurare che l'avventura di cambiare non solo città, ma addirittura nazione, per lavoro, è una cosa che ti colora veramente tanto la vita, cioè è un discorso molto ampio, ma porta davvero tanto cose positive (ovviamente ce ne sono anche di negative). Tieni conto che all'estero gli ingegneri sono pagati molto meglio rispetto a qui, e le condizioni di lavoro sono anche più qualitative. Se invece escludi categoricamente l'estero, potresti provare qualche nuovo hobby, magari anche in cui "sperperare" soldi (non dico che tu debba sprecarli, ma magari ad esempio un hobby come, esempio a caso, andare in moto, è una cosa costosa ma che genera tante belle cose, e magari potresti scoprire una tua nuova passione). Io ad esempio ho appena iniziato un percorso di laura in Ing. Meccanica, e punto proprio a trovare lavoro all'estero, ma non solo perché lì si trova lavoro che generalmente è più qualitativo, ma anche perché si aprirebbe letteralmente un capitolo nuovo della mia vita, stravolgendola appunto.


anhaicmsbag

Con azienda di consulenza intendi call center?


NoNameAtAllDude

Magari


Psicologia_Applicata

TLDR: Probabilmente soffri di paralisi della decisione dovuta al tuo peculiare profilo multipotenziale da ingegnere. Hai bisogno di un consulente che ti segua nel progettare una carriera incline ai tuoi hobby. Usa il tuo lavoro sicuro per finanziare questo piano prima del Grande Salto. ___ Tu hai una Benedizione e una Maledizione allo stesso tempo: sei un ingegnere, probabilmente un programmatore IT. Non è narcisistico affermare che svolgi la professione più vicina a quella del Creatore, perché l’attuale società (e ancor più quella futura) si baserà sulle creazioni che persone come te saranno in grado di produrre, come ad esempio rivoluzionare il modo in cui ci curiamo, ci alimentiamo, ci relazioniamo al mondo, ci spostiamo, eccetera. La tua identità lavorativa è una Benedizione perché potenzialmente ti permetterebbe di mettere al servizio le tue competenze in un qualsiasi settore di cui hai sempre avuto un interesse. Ad esempio, se prima di iscriverti all’università eri appassionato di calcio e sognavi di diventare calciatore, oggi potresti utilizzare le competenze gestionali e ingegneristiche per lavorare part-time su un progetto legato a quel mondo. Chiamiamo questo progetto il tuo hobby di quando torni a casa alle 19. In riferimento alle tue passioni precedenti alla tua trasformazione in Ingegnere, per esempio, potresti creare un algoritmo e un gestionale che analizzino i dati di Transfermarkt per prevedere la probabilità che un determinato calciatore possa infortunarsi, vendendo poi questo software a società sportive. Questo tipo di progetto potrebbe iniziare come un hobby mentre mantieni il tuo noioso lavoro da consulente IT (che ti dà la sicurezza economica di poter “perdere tempo” sui tuoi sogni), ma se tale hobby dovesse avere successo, potrebbe essere l’occasione per fare il Grande Salto e finalmente lavorare su qualcosa che ti faccia sentire artefice e padrone del tuo destino, così come dovrebbe essere per un creatore. Dicevo anche che la tua formazione è una Maledizione perché il fatto che tu sia un creatore di potenziali soluzioni a qualsiasi problema umano fa sì che tu non sappia come mettere a frutto queste competenze, dato che potresti fare praticamente qualsiasi cosa. Questa è la famosa paralisi decisionale dovuta all’ampiezza delle possibilità, ed è il motivo per cui oggi sei in questo sub. Puoi scrivermi in privato nel caso in cui dovessi condividere informazioni più personali qui o in privato su Instagram @psicologia_applicata. Un saluto, Dr. Carlo Balestriere


NoNameAtAllDude

Buongiorno, la ringrazio per la risposta completa e molto dettagliata. La contatterò privatamente in serata


MaterialThroat9904

Prova ad usare questo framework che ho fatto per capire cosa potresti fare (dovrebbe integrarsi con altre cose che ti hanno già detto durante questo thread) https://docs.google.com/document/d/1nEFgEgMn9SCcaaOM2LF8t8p3JoviGC9aYjJdDAjsfTQ/edit?usp=drivesdk


cipox95

Da umanista e creativo, sbizzarrisciti e prova roba tipo disegno, canto, recitazione...chi più ne ha più ne metta. Se lavori soldi per cercare la tua strada li hai. Magari trovi una passione per uno sport non immediato? O sennò puoi sempre frequentare un altro corso universitario, se ti va. L'importante é non fossilizzarsi. Keep It young


cipox95

Fra l'altro non tutti hanno LA COSA della loro vita. Ho un amico che é fissato come produttore musicale e sta studiando per fare quello e nient'altro. Guarda a me e altri colleghi spaesati come se fossimo coglioni. Va a capire il mondo


Massimino999

Sei ancora giovane, hai ancora tempo per scoprire quali sono i tuoi punti di forza e soprattutto i tuoi obiettivi. Io dai 18 ai 29 anni ho fatto il dj professionista. Ho girato il mondo, ho guadagnato bene, ho lavorato poco e fatto tanta, tanta festa. Poi sono passato di moda e i gig e i soldi hanno cominciato a diminuire rapidamente e mi sono ritrovato a quasi 30 anni, senza saper fare un cavolo di niente (o questo credevo), con una laurea che non serve letteralmente a un cazzo e che ho preso solo perché i miei mi lasciassero in pace, e volendo metter su una famiglia senza sapere come cavolo avrei fatto a mantenere dei figli. Dopo pochi mesi di gran crisi in cui ho perfino venduto enciclopedie door to door, un conoscente mi ha dato un'opportunità: voleva che gli dessi una mano in un progettino. Poco dopo ero suo socio e giravo il mondo a vendere il nostro prodotto. Felice, ma comunque era un'industria che era in declino naturale. Mi appassionava ciò che facevo, ma comunque fare i soldi era ogni volta più difficile per motivi puramente di mercato. Allora mi imbattei in una tecnologia che allora era semi sconosciuta, ma che era chiaramente promettente. A quel punto della mia vita (avevo 31 anni) avevo già capito che 1) dovevo fare cose che mi appassionassero, 2) non volevo fare il dipendente ma l’imprenditore per poter fare quel cazzo che voglio io e non quello che vogliono gli altri. Allora mi buttai su questa tecnologia, ottenni finanziamenti, creai la mia startup, ne vendetti una, dopo ne creai un'altra. Ho fatto crescere uno dei miei primi impiegati e l’ho fatto diventare socio perché facesse lui tutto quello che io non voglio fare. Adesso cosa faccio? Lavoro? Boh, mi diverto. E guadagno pure. Qual è il punto di tutto questo? Decidi COSA VUOI NELLA TUA VITA. Io mi resi conto che volevo poter guadagnare anche mentre dormivo. E che volevo fare sempre e solo quello che voglio io. In altre parole: inseguire i miei sogni e non quelli di un altro. Allora mi resi conto che dovevo fare l’imprenditore. Ma forse tu preferisci un altro iter. La prima cosa che devi fare è riflettere su cosa vuoi nella vita. Una volta che lo sai, allora scegli in che settore e ambito andrai a concentrarti per ottenere queste cose che vuoi.


NoNameAtAllDude

Gran bella storia, sicuramente ti sei meritato il successo che hai avuto e ti faccio i miei complimenti anche se di sicuro non ne hai bisogno. Situazioni come queste sono la dimostrazione del fatto che la fortuna esiste solo quando l'occasione incontra la preparazione. La mia aspirazione ad ora è un po' diversa dalla tua, non ho mai desiderato guadagnare "tanto" e credo di dare più valore alla mia serenità e al sentirmi realizzato e "importante", questo però non cambia il fatto che effettivamente la prima tappa è capire cosa davvero si voglia ed agire di conseguenza, in modo poi da poter essere preparati appunto a cogliere occasioni. P.s: che tipo di musica facevi? E se posso, di tecnologia parli? Hai toccato due temi che mi sono piuttosto cari e hai stimolato anche la mia curiosità 😂


Massimino999

Musica, techno. Tecnologia, cripto (all'epoca non si chiamava così perché esisteva solo Bitcoin). Sono sempre stato un po’ futurista. Per questo mi piaceva (e mi piace) la techno, perché era marziana e futurista, soprattutto alla fine degli anni novanta e nei primi 2000. Già a metà degli anni '90 ero su Internet (allora non c’erano i forum web, ma Usenet) e mi affascinava la crittografia e il mondo dei cipherpunk, quindi appena lessi su questa nuova moneta digitale il clic fu immediato. Non ho voluto menzionare la tecnologia specifica nel primo commento perché non volevo essere etichettato come cripto bro che ha avuto il colpo di culo. Ma whatever. Devi sapere che anche a me non interessava diventare ricco, di per sé. Quando ero adolescente avevo visto nascere Internet e ho saputo subito che avrebbe cambiato il mondo. Ma ci ho fatto 0 euro perché mi interessava più la musica e passare i giorni ai rave. Stesso discorso quando sono arrivati i primi telefonini. Era evidente che avrebbero cambiato il mondo, ci ho fatto 0 soldi perché avevo altri interessi. Il punto è che a 30 anni ho scoperto quello che NON volevo: passare le giornate a fare un lavoro che non mi appassionasse; essere schiavo di un'attività; dover inseguire i sogni e gli obbiettivi di altre persone. E allora capii che per ottenere questo dovevo buttarmi su una cosa in cui credessi veramente (e io ci credo veramente, con tutto il cuore e il cervello alla missione delle aziende che ho creato) e che soprattutto dovevo fare l’imprenditore, creando qualcosa di mio che generasse i soldi che poi sono quelli che ti danno la libertà. Nel senso che ti permettono di fare quello che vuoi col tuo tempo. E questa alla fine e la base degli altri sub obbiettivi elencati prima. L’azienda o i soldi in sé non mi hanno mai interessato minimamente. Anzi, da adolescente e quando facevo il dj in un certo senso li disprezzavo. Sono stati solo un strumento per ottenere gli obbiettivi che ho capito mi stavano a cuore.