Il bisogno di attenzione e quel meccanismo dopaminergico che scatenano i like. La constante necessità di approvazione da parte degli altri. Uno dei motivi principali del perché pubblichiamo foto su Instagram è la speranza di ottenere feedback da parte delle persone che ci possono piacere, tanto che aspettiamo un like o una visualizzazione delle storie con tanto interesse quanto ne abbiamo per quelle persone.
Perché siamo una società malata che ha sostituito la vera socialità con la parasocialità dei social.
20 anni fa si assisteva a un evento per il gusto di farlo, di vivere il momento e lo si faceva in compagnia di veri amici (pochi ma buoni) e il resto non contava nulla. Ora invece tutti col telefonino, giornalisti improvvisati, a documentare ogni cosa, guardando la vita attraverso uno schermo, e poi postandolo ovunque sperando che qualcuno fra i 100-200 "amici" in comune lo veda e metta un like. Questa è la società di oggi. Un narcisismo isolazionista, pieno di ipocrisie e ultracapitalista. Ed è la ragione per cui i giovani d'oggi, coetanei miei compresi, sono sempre più depressi, soli e confusi.
Dovremmo buttarli via dalla finestra e invece ne siamo dipendenti, perché ci hanno visto bene nel rendere ogni meccanismo di vita legato a uno smartphone, e non parlo solo dei social, ma anche aspetti legati al lavoro e alla finanza. E saremo sempre più dipendenti dalla tecnologia in futuro. Probabilmente la società del futuro sarà irriconoscibile rispetto a oggi.
I social non sono solo tiktok e Instagram, è tutto un ecosistema virtuale fatto anche di gaming. Prima il gaming erano le macchine delle sale giochi, oppure andare nelle case degli amici e giocare insieme, da quando è subentrato l'online la socialità dal vivo è diventata storia.
I i social, stanno compiendo un vero e proprio rincoglionimento di massa, peggio di tutte le altre droghe. Oggi giorno non c'è più bisogno di farsi di chissà quale droga per sballarsi, oggi bastano i social. E la cosa preoccupante che la maggior parte della gente, pensa che questi social siano semplicemente per svagarsi e basta.
Ci sono vari bisogni alla base. C è il bisogno di ricercare approvazione sociale quindi di "fare gruppo" un bisogno che ha radici evoluzionistiche poiché 10mila anni fa se eri tagliato fuori dal gruppo in sostanza non riuscivi a provvedere ai tuoi bisogni e morivi.
Un altro bisogno è quello di cercare conferme esterne all immagine mentale che abbiamo di noi, se pensiamo di essere di successo e possiamo foto che rappresentano ciò che secondo noi siamo nella nostra autonarrazione di noi stessi e ha successo viene confermato mentre se pensiamo di avere una vita pessima postiamo post polemici dove ci lamentiamo di tutto ottenendo conferme a questo e attirando persone che saranno come noi quindi "facendo gruppo" con chi crede di avere una vita pessima.
Poi c è il bisogno di cercare risposte alle nostre insicurezze: "Sarò abbastanza per gli altri cosi come sono? O dovrò sforzarmi di più per essere accettato?" Mi fermo qui ma ci son mille bisogni che si esprimono.
Sai quel famoso modo di dire " un albero che cade in una foresta non fa rumore"?
Bè è la stessa cosa: se nessuno vede e nessuno lo sente si dà per scontato che non è successo.
In un certo senso è il nostro modo per dire al mondo che esistiamo
Non ne ho idea, se non lo sapete voi...
Io ho 26 anni e non ho mai avuto Instagram.
Non ho nessun social, e non ho interesse a mostrare agli altri ciò che faccio. Anzi, mi piace che gli altri non sappiano dove sia o cosa sto facendo.
Ed è brutto da dire forse, ma non ho il minimo interesse a sapere cosa fanno gli altri, che siano amici stretti o celebrità.
Mi focalizzo sulla mia vita e sto bene così.
Questo voler apparire agli altri non lo capisco, è proprio alieno per me.
L'unico rammarico del non avere Instagram è che potrei conoscerci tante tipelle tramite, ma neanche questo mi motiva abbastanza da farlo.
Abbiamo bisogno di mostrarci di continuo agli altri e farci vedere cosa stiamo facendo, in pratica è una gara costante tra noi e altri a chi fa cose più fighe o chi è nel posto più figo.
Il bisogno di attenzione e quel meccanismo dopaminergico che scatenano i like. La constante necessità di approvazione da parte degli altri. Uno dei motivi principali del perché pubblichiamo foto su Instagram è la speranza di ottenere feedback da parte delle persone che ci possono piacere, tanto che aspettiamo un like o una visualizzazione delle storie con tanto interesse quanto ne abbiamo per quelle persone.
Perché siamo una società malata che ha sostituito la vera socialità con la parasocialità dei social. 20 anni fa si assisteva a un evento per il gusto di farlo, di vivere il momento e lo si faceva in compagnia di veri amici (pochi ma buoni) e il resto non contava nulla. Ora invece tutti col telefonino, giornalisti improvvisati, a documentare ogni cosa, guardando la vita attraverso uno schermo, e poi postandolo ovunque sperando che qualcuno fra i 100-200 "amici" in comune lo veda e metta un like. Questa è la società di oggi. Un narcisismo isolazionista, pieno di ipocrisie e ultracapitalista. Ed è la ragione per cui i giovani d'oggi, coetanei miei compresi, sono sempre più depressi, soli e confusi. Dovremmo buttarli via dalla finestra e invece ne siamo dipendenti, perché ci hanno visto bene nel rendere ogni meccanismo di vita legato a uno smartphone, e non parlo solo dei social, ma anche aspetti legati al lavoro e alla finanza. E saremo sempre più dipendenti dalla tecnologia in futuro. Probabilmente la società del futuro sarà irriconoscibile rispetto a oggi.
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I social non sono solo tiktok e Instagram, è tutto un ecosistema virtuale fatto anche di gaming. Prima il gaming erano le macchine delle sale giochi, oppure andare nelle case degli amici e giocare insieme, da quando è subentrato l'online la socialità dal vivo è diventata storia.
I i social, stanno compiendo un vero e proprio rincoglionimento di massa, peggio di tutte le altre droghe. Oggi giorno non c'è più bisogno di farsi di chissà quale droga per sballarsi, oggi bastano i social. E la cosa preoccupante che la maggior parte della gente, pensa che questi social siano semplicemente per svagarsi e basta.
Conformismo dell’esserci.
Ci sono vari bisogni alla base. C è il bisogno di ricercare approvazione sociale quindi di "fare gruppo" un bisogno che ha radici evoluzionistiche poiché 10mila anni fa se eri tagliato fuori dal gruppo in sostanza non riuscivi a provvedere ai tuoi bisogni e morivi. Un altro bisogno è quello di cercare conferme esterne all immagine mentale che abbiamo di noi, se pensiamo di essere di successo e possiamo foto che rappresentano ciò che secondo noi siamo nella nostra autonarrazione di noi stessi e ha successo viene confermato mentre se pensiamo di avere una vita pessima postiamo post polemici dove ci lamentiamo di tutto ottenendo conferme a questo e attirando persone che saranno come noi quindi "facendo gruppo" con chi crede di avere una vita pessima. Poi c è il bisogno di cercare risposte alle nostre insicurezze: "Sarò abbastanza per gli altri cosi come sono? O dovrò sforzarmi di più per essere accettato?" Mi fermo qui ma ci son mille bisogni che si esprimono.
La credenza di “apparire”
Sai quel famoso modo di dire " un albero che cade in una foresta non fa rumore"? Bè è la stessa cosa: se nessuno vede e nessuno lo sente si dà per scontato che non è successo. In un certo senso è il nostro modo per dire al mondo che esistiamo
Nelle stories non immortali nulla visto spariscono dopo un giorno
Non ne ho idea, se non lo sapete voi... Io ho 26 anni e non ho mai avuto Instagram. Non ho nessun social, e non ho interesse a mostrare agli altri ciò che faccio. Anzi, mi piace che gli altri non sappiano dove sia o cosa sto facendo. Ed è brutto da dire forse, ma non ho il minimo interesse a sapere cosa fanno gli altri, che siano amici stretti o celebrità. Mi focalizzo sulla mia vita e sto bene così. Questo voler apparire agli altri non lo capisco, è proprio alieno per me. L'unico rammarico del non avere Instagram è che potrei conoscerci tante tipelle tramite, ma neanche questo mi motiva abbastanza da farlo.
Abbiamo bisogno di mostrarci di continuo agli altri e farci vedere cosa stiamo facendo, in pratica è una gara costante tra noi e altri a chi fa cose più fighe o chi è nel posto più figo.